Purtroppo in quarantun anni mi sono trovata spesso a dover salutare per sempre degli amici, più o meno vicini.
Se non ricordo male la prima volta successe che avevo una quindicina d'anni, era un ragazzo conosciuto da poco, che faceva il filo ad un'amica, fece un incidente stradale.
Cose che capitano, purtroppo, quando si è giovani.
Cose che capitano, purtroppo, quando si è giovani.
Di incidenti stradali ce ne sono stati altri, con risultati più o meno gravi, purtroppo. Purtroppo per loro, che per la stupidaggine di un secondo loro o di qualcun altro, si sono ritrovati a non esserci più.
Ma gli addii più assurdi sono stati due, due che nessuno ha saputo spiegare, che credo siano ancora più difficili da accettare. Un addio fu a vent'anni, l'altro è stato settimana scorsa.
Due ragazzi sani, giovani, due ragazzi che ora ci sono e dopo non ci sono più, stroncati da una cosa incredibile ed impensabile alla loro età: arresto cardiaco.
Nella notte tra sabato e domenica è toccato a lui, amico di tanti anni, lui che è stato il fidanzato della mia amica per dieci anni, lui che dopo per lei è rimasto come un fratello pertanto sempre presente, lui che sedici anni fa mi presentò il suo migliore amico cioè quello che diventò il mio grande amore, lui che quando mi trasferii nella loro città fu l'unico amico su cui contare, lui che anche se ultimamente per motivi di famiglia, lavoro eccetera, non ci vedevamo più tanto, è sempre rimasto un amico.
Lui aveva una compagna ed un figlio di quattro anni.
Lui che dopo una serata serena con la famiglia è stato stroncato all'improvviso da un arresto cardiaco, e due ore di rianimazione sono state inutili. Lui che non mi dimenticherò mai, perché era una persona splendida, sorridente, gentile, disponibile.
Lui che dopo una serata serena con la famiglia è stato stroncato all'improvviso da un arresto cardiaco, e due ore di rianimazione sono state inutili. Lui che non mi dimenticherò mai, perché era una persona splendida, sorridente, gentile, disponibile.
E' passata una settimana, domenica scorsa era lì, disteso in una bara, bianco e immobile. Non era lui. Mi sono pentita di aver voluto vederlo per l'ultima volta, perché la sua immagine impressa nella memoria non è quella di lui vitale e sorridente adesso, ma quel lui che non era altro che un corpo immobile, che non lo rappresenta.
Ciao Marco, spero che tu adesso sia con i tuoi amici Fiorenzo e Mario e stiate prendendo aperitivi e shortini insieme, perché come si diceva sempre noi: chi non beve in compagnia...!
Con affetto.
Con affetto.
Sono senza parole... mi dispiace, ti abbraccio... Cose così non dovrebbero mai capitare.... mi fanno paura...
RispondiEliminagrazie ottimo articolo
RispondiEliminaEcco. Ho vissuto un'esperienza uguale alla tua. Mio cognato ci ha lasciati due mesi dopo il matrimonio, stroncato da un attacco di asma improvviso. Mia sorella incinta di 9 settimane. Sono passati due mesi, il dolore e la nostalgia sono ancora fortissimi. Ma si va avanti, bisogna.
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