Come ricorderete, martedì 30 agosto mi lamentavo perché dopo solo 1/2 giornata di riposo già stavo sclerando...
Ecco, qualcuno deve avermi sentita e aver deciso di darmi una mano!Spento il pc sono andata sul divano per riposarmi, libro in mano, bottiglia d'acqua nell'altra, mi siedo e... "azz, mi sa che mi sono pisciata addosso" ho pensato. Sono andata in bagno ed avevo le mutande fradice di liquido rosastro, con del muco denso compreso nel prezzo. ...mmm... ripenso a tutto quello che ho letto e mi è stato detto, mi pare proprio il famoso "tappo dell'utero"...cavoli no, non può essere.
"Ok, niente panico" mi sono detta. Ho preso il telefono ed ho provato a chiamare il consultorio per parlare con l'ostetrica, ma non rispondeva nessuno. Alternativa: chiamare in reparto all'ospedale.
La receptionist del reparto mi passa l'ostetrica, le spiego cosa è successo e della visita fatta il giorno prima, e lei mi consiglia di andare a fare un controllo, per stare tranquilli.
Chiamo Lu, che era a lavoro, fortunatamente in quel momento abbastanza libero. Gli ho spiegato l'accaduto e dopo pochi minuti era già a casa, pronto per partire.
Arrivati all'ospedale l'ostetrica mi ha visitata, e se il giorno prima, quando il dottore mi disse che dal collo dell'utero entrava un dito, in quel momento ce ne entravano due. Il parto stava per iniziare spontaneamente.
Mi ha fatta controllare dal ginecologo di turno ed insieme hanno concordato che era meglio ricoverarmi, fare un tracciato, vedere come evolveva la situazione e vedere se era il caso di fare un taglio subito oppure aspettare la mattina successiva.
Comunque non prima delle undici di sera, poiché avevo fatto merenda (il famoso spuntino della dieta del diabete) e dovevano passare 6 ore dall'ultimo pasto.
Con questi presupposti, visto che non era ancora tardissimo, Lu ha deciso di tornare a casa a farsi una doccia veloce, prendere qualcosa da mangiare, avvisare i suoi ed i miei genitori e poi tornare, tanto per le undici ci sarebbe stato tranquillamente.
Putroppo al cambio di turno la dottoressa che è entrata per la notte, ha deciso di non rischiare e che anche aspettare le undici era troppo. "Appena la sala operatoria sarà libera e pronta per una nuova operazione, entriamo noi. Poiché non è a stomaco vuoto le faccio fare una flebo per non avere problemi con l'anestesia; verrà l'infermiera per prepararla all'intervento"
Azz...
Ho richiamato il futuro babbo, che era appena arrivato a casa, e l'ho avvisato del cambio di programma.
Così mentre l'infermiera mi metteva flebo, catetere, radeva, cambiava camicia da notte eccetera, lui si scapicollava a 190 km orari sulla quattro corsie per arrivare prima del mio ingresso in sala operatoria... ci siamo incontrati sulla porta, lui che arrivava trafelato ed io che da sdraiata sul letto gli ho fatto ciao con la mano, prima che le porte si richiudessero.
Di solito si dice niente smalto in sala operatoria. Io lo avevo alle dita dei piedi, ma non a quelle delle mani, perciò non mi hanno fatto storie. L'importante è che ci siano delle unghie "libere" perché sono indicatrici di problemi causati dall'anestesia nel caso cambino colore.
L'OPERAZIONE
La fase dell'operazione la potrei dividere in tre: l'anestesia, l'operazione vera e propria, la sartoria.
L'anestesia:
Chi ha detto che non fa male?
A parte che in sala operatoria c'è un freddo boia, che avendo addosso solo quel camice di carta che ti passa l'ospedale tremavo come un fuscello al vento.
Sarà stata l'unione del freddo con la tensione, ma io non riuscivo a stare rilassata come diceva l'anestesista.
I suoi continui richiami a rilasciare i muscoli, a stare ferma immobile, a tenere la schiena in un certo modo in alto, in un altro in basso, la testa così e le spalle cosà, se non ci fosse stata l'infermiera che mi teneva forte e mi indirizzava nella posizione giusta, ero ancora lì che aspettavo il buco giusto.
Mi hanno fatto almeno tre buchi per questa benedetta epidurale, ed anche se la concezione del tempo in quel momento era completamente distorta, il tipo c'ha messo parecchio, ma parecchio parecchio parecchio per beccare il punto giusto.
Comunque l'effetto è quasi immediato.
Mi aspettavo un andamento più lento, ma le tre fasi che mi ha ripetuto più e più volte del calore, formicolio e poi insensibilità sono state quasi istantanee. Tempo di sentire il calore, sdraiarmi sul tavolo operatorio e formicolio ed insensibilità erano già lì.
L'operazione vera e propria:
(attenzione: se dovete affrontare un taglio cesareo, forse è meglio aspettare a leggere la mia esperienza, perché ogni esperienza è diversa da quella di altri... ma non preoccupatevi, è andato tutto bene e non c'è da spaventarsi!)
La dottoressa mi ha chiesto qualcosa, credo fosse tipo un "sente qualcosa?", ma io non ho neanche capito cose mi diceva, anziché sentire qualcosa.
Ero stordita, frastornata da tutta quella gente che mi girava intorno, da quella posizione scomoda, dal non sentire più le mie gambe che fino a mezzo minuto prima mi tenevano salda in piedi. Sapevo che il mio bambino stava per nascere, non come avrei voluto io, ma stava comunque per nascere. Non sapevo che cosa mi dovevo aspettare da un taglio cesareo.
Tutte mi avevano sempre detto "che vuoi che sia, un taglietto e via"... ma quel taglietto adesso era diventato realtà e il "che vuoi che sia" che mi avevano detto tante volte, non me lo ricordavo più.
Questa è stata la mia prima operazione, in vita mia gli ospedali li ho sempre visti che cose stupide come analisi, visite o per andare a trovare qualcuno. Sono stata ricoverata solamente una volta, ma per tenermi in osservazione (dopo un incidente, ma io stavo bene!), ed il soggiorno è stato di due giorni senza da parte mia dolori né altri problemi.
Comunque...
Posso dire che la sensazione non è stata piacevole: anche se non sentivo alcun dolore, sentivo comunque rovistare nella mia pancia. Avevo la sensazione di vivere la scena di Alien, dove i mostri si muovono nel ventre della protagonista.
E poi... ho sentito il principio di un vagito, la dottoressa che diceva "eccoti!" e dopo il pianto del mio bambino.
E' un'emozione unica, che non riesco a spiegare, e che ripensandoci adesso, dopo un mese, provo di nuovo e di nuovo mi salgono le lacrime agli occhi, come allora.
Me lo fecero vedere, avvolto in un telo verde da sala operatoria, poi lo portarono dal pediatra a lavarlo e visitarlo.
Quando lo rividi era pulito ed urlante. Me lo avvicinarono al viso e ricordo che il mio Gabri era morbido e profumava di bimbo. Non chiedetemi di spiegare che profumo è, perché non ne sono capace. Ma è il suo profumo, quello che ha la sua pelle, la sua testa, i suoi piedini, le sue mani, il profumo che ha lui.
Dopo avermelo fatto sbaciucchiare per trenta secondi, lo portarono al nido dove lo aspettava l'infermiera per pesarlo e vestirlo, consegnandolo poi al babbo... babbo che è entrato nel nido anche se non avrebbe potuto, e lo ha filmato mentre strillava come un dannato e l'infermiera faceva tutte le mansioni necessarie per i neonati.
La sartoria:
Alla fine la ricucitura è stata la fase più lunga dell'operazione.
Hanno detto che per farlo nascere hanno impiegato 4 minuti, e siccome lui è nato alle 21.55 ed io sono arrivata in camera alle 22.30 circa, ci sono voluti una ventina di minuti a ricucirmi, ed il resto a riportarmi dal tavolo operatorio al letto ed in camera.
Ricucire tutti i tessuti è stata un'operazione lunga, sentivo che parlavano e si consultavano su come fare meglio il lavoro e questo mi è piaciuto, ma io avevo fretta, volevo andare in camera, volevo che mi portassero dal mio bimbo che sentivo piangere nella stanza vicina.
L'infermiera che si era occupata di me mentre facevamo l'anestesia corse a sentire quanto pesava il mio frugoletto, e tornò dicendomi che c'era un babbo che stava filmando tutto e che il bimbo era 3 kg e 280 gr.
Mi stava vicina, sia lei che l'anestesista spesso mi chiedevano come stavo, si occupavano di me, mi facevano parlare.
Avevo freddo, lo avevo dimenticato quando avevo visto il bimbo, ma mi tornò in mente mentre lo sentivo piangere lontano da me.
Tremavo, probabilmente oltre al freddo era anche la tensione a farmi tremare, ma non riuscivo a tenere le braccia ferme (anche perché il resto era anestetizzato, quindi non poteva tremare!).
Ad un certo punto non ce la facevo più ad aspettare. Chiesi all'infermiera quanto c'era ancora, prima di potermene andare da quel tavolo, da quella sala.
Mentre mi rispondeva sentii che stavano dando gli ultimi punti, che poi ho saputo essere una quindicina di graffe e quattro punti legati.
Tornando in camera, passai per il corridoio, dove trovai tutti.
E con tutti intendo i quattro neo nonni (genitori e suoceri), il neo zio (mio fratello), il neo babbo e con loro il mio bambino nella culla. Uffa. L'hanno visto prima loro di me.
Ecco, questa è la storia di quando è nato Gabriele.
Tralascio la nottata con mia madre che mi assisteva, l'infermiera che ci ha aiutati a conoscerci e che me lo ha attaccato al seno, le cinque ore di anestesia e piano piano la riscoperta di dita, piedi, caviglie... fino al ritorno delle gambe per intero; tralascio le notte insonne, la sete, l'emozione, aver provato a dormire ma aver preferito guardare il mio bambino che era attaccato al mio seno, ed anche se non succhiava, era lì, era mio.
"Ok, niente panico" mi sono detta. Ho preso il telefono ed ho provato a chiamare il consultorio per parlare con l'ostetrica, ma non rispondeva nessuno. Alternativa: chiamare in reparto all'ospedale.
La receptionist del reparto mi passa l'ostetrica, le spiego cosa è successo e della visita fatta il giorno prima, e lei mi consiglia di andare a fare un controllo, per stare tranquilli.
Chiamo Lu, che era a lavoro, fortunatamente in quel momento abbastanza libero. Gli ho spiegato l'accaduto e dopo pochi minuti era già a casa, pronto per partire.
Arrivati all'ospedale l'ostetrica mi ha visitata, e se il giorno prima, quando il dottore mi disse che dal collo dell'utero entrava un dito, in quel momento ce ne entravano due. Il parto stava per iniziare spontaneamente.
Mi ha fatta controllare dal ginecologo di turno ed insieme hanno concordato che era meglio ricoverarmi, fare un tracciato, vedere come evolveva la situazione e vedere se era il caso di fare un taglio subito oppure aspettare la mattina successiva.
Comunque non prima delle undici di sera, poiché avevo fatto merenda (il famoso spuntino della dieta del diabete) e dovevano passare 6 ore dall'ultimo pasto.
Con questi presupposti, visto che non era ancora tardissimo, Lu ha deciso di tornare a casa a farsi una doccia veloce, prendere qualcosa da mangiare, avvisare i suoi ed i miei genitori e poi tornare, tanto per le undici ci sarebbe stato tranquillamente.
Putroppo al cambio di turno la dottoressa che è entrata per la notte, ha deciso di non rischiare e che anche aspettare le undici era troppo. "Appena la sala operatoria sarà libera e pronta per una nuova operazione, entriamo noi. Poiché non è a stomaco vuoto le faccio fare una flebo per non avere problemi con l'anestesia; verrà l'infermiera per prepararla all'intervento"
Azz...
Ho richiamato il futuro babbo, che era appena arrivato a casa, e l'ho avvisato del cambio di programma.
Così mentre l'infermiera mi metteva flebo, catetere, radeva, cambiava camicia da notte eccetera, lui si scapicollava a 190 km orari sulla quattro corsie per arrivare prima del mio ingresso in sala operatoria... ci siamo incontrati sulla porta, lui che arrivava trafelato ed io che da sdraiata sul letto gli ho fatto ciao con la mano, prima che le porte si richiudessero.
Di solito si dice niente smalto in sala operatoria. Io lo avevo alle dita dei piedi, ma non a quelle delle mani, perciò non mi hanno fatto storie. L'importante è che ci siano delle unghie "libere" perché sono indicatrici di problemi causati dall'anestesia nel caso cambino colore.
L'OPERAZIONE
La fase dell'operazione la potrei dividere in tre: l'anestesia, l'operazione vera e propria, la sartoria.
L'anestesia:
Chi ha detto che non fa male?
A parte che in sala operatoria c'è un freddo boia, che avendo addosso solo quel camice di carta che ti passa l'ospedale tremavo come un fuscello al vento.
Sarà stata l'unione del freddo con la tensione, ma io non riuscivo a stare rilassata come diceva l'anestesista.
I suoi continui richiami a rilasciare i muscoli, a stare ferma immobile, a tenere la schiena in un certo modo in alto, in un altro in basso, la testa così e le spalle cosà, se non ci fosse stata l'infermiera che mi teneva forte e mi indirizzava nella posizione giusta, ero ancora lì che aspettavo il buco giusto.
Mi hanno fatto almeno tre buchi per questa benedetta epidurale, ed anche se la concezione del tempo in quel momento era completamente distorta, il tipo c'ha messo parecchio, ma parecchio parecchio parecchio per beccare il punto giusto.
Comunque l'effetto è quasi immediato.
Mi aspettavo un andamento più lento, ma le tre fasi che mi ha ripetuto più e più volte del calore, formicolio e poi insensibilità sono state quasi istantanee. Tempo di sentire il calore, sdraiarmi sul tavolo operatorio e formicolio ed insensibilità erano già lì.
L'operazione vera e propria:
(attenzione: se dovete affrontare un taglio cesareo, forse è meglio aspettare a leggere la mia esperienza, perché ogni esperienza è diversa da quella di altri... ma non preoccupatevi, è andato tutto bene e non c'è da spaventarsi!)
La dottoressa mi ha chiesto qualcosa, credo fosse tipo un "sente qualcosa?", ma io non ho neanche capito cose mi diceva, anziché sentire qualcosa.
Ero stordita, frastornata da tutta quella gente che mi girava intorno, da quella posizione scomoda, dal non sentire più le mie gambe che fino a mezzo minuto prima mi tenevano salda in piedi. Sapevo che il mio bambino stava per nascere, non come avrei voluto io, ma stava comunque per nascere. Non sapevo che cosa mi dovevo aspettare da un taglio cesareo.
Tutte mi avevano sempre detto "che vuoi che sia, un taglietto e via"... ma quel taglietto adesso era diventato realtà e il "che vuoi che sia" che mi avevano detto tante volte, non me lo ricordavo più.
Questa è stata la mia prima operazione, in vita mia gli ospedali li ho sempre visti che cose stupide come analisi, visite o per andare a trovare qualcuno. Sono stata ricoverata solamente una volta, ma per tenermi in osservazione (dopo un incidente, ma io stavo bene!), ed il soggiorno è stato di due giorni senza da parte mia dolori né altri problemi.
Comunque...
Posso dire che la sensazione non è stata piacevole: anche se non sentivo alcun dolore, sentivo comunque rovistare nella mia pancia. Avevo la sensazione di vivere la scena di Alien, dove i mostri si muovono nel ventre della protagonista.
E poi... ho sentito il principio di un vagito, la dottoressa che diceva "eccoti!" e dopo il pianto del mio bambino.
E' un'emozione unica, che non riesco a spiegare, e che ripensandoci adesso, dopo un mese, provo di nuovo e di nuovo mi salgono le lacrime agli occhi, come allora.
Me lo fecero vedere, avvolto in un telo verde da sala operatoria, poi lo portarono dal pediatra a lavarlo e visitarlo.
Quando lo rividi era pulito ed urlante. Me lo avvicinarono al viso e ricordo che il mio Gabri era morbido e profumava di bimbo. Non chiedetemi di spiegare che profumo è, perché non ne sono capace. Ma è il suo profumo, quello che ha la sua pelle, la sua testa, i suoi piedini, le sue mani, il profumo che ha lui.
Dopo avermelo fatto sbaciucchiare per trenta secondi, lo portarono al nido dove lo aspettava l'infermiera per pesarlo e vestirlo, consegnandolo poi al babbo... babbo che è entrato nel nido anche se non avrebbe potuto, e lo ha filmato mentre strillava come un dannato e l'infermiera faceva tutte le mansioni necessarie per i neonati.
La sartoria:
Alla fine la ricucitura è stata la fase più lunga dell'operazione.
Hanno detto che per farlo nascere hanno impiegato 4 minuti, e siccome lui è nato alle 21.55 ed io sono arrivata in camera alle 22.30 circa, ci sono voluti una ventina di minuti a ricucirmi, ed il resto a riportarmi dal tavolo operatorio al letto ed in camera.
Ricucire tutti i tessuti è stata un'operazione lunga, sentivo che parlavano e si consultavano su come fare meglio il lavoro e questo mi è piaciuto, ma io avevo fretta, volevo andare in camera, volevo che mi portassero dal mio bimbo che sentivo piangere nella stanza vicina.
L'infermiera che si era occupata di me mentre facevamo l'anestesia corse a sentire quanto pesava il mio frugoletto, e tornò dicendomi che c'era un babbo che stava filmando tutto e che il bimbo era 3 kg e 280 gr.
Mi stava vicina, sia lei che l'anestesista spesso mi chiedevano come stavo, si occupavano di me, mi facevano parlare.
Avevo freddo, lo avevo dimenticato quando avevo visto il bimbo, ma mi tornò in mente mentre lo sentivo piangere lontano da me.
Tremavo, probabilmente oltre al freddo era anche la tensione a farmi tremare, ma non riuscivo a tenere le braccia ferme (anche perché il resto era anestetizzato, quindi non poteva tremare!).
Ad un certo punto non ce la facevo più ad aspettare. Chiesi all'infermiera quanto c'era ancora, prima di potermene andare da quel tavolo, da quella sala.
Mentre mi rispondeva sentii che stavano dando gli ultimi punti, che poi ho saputo essere una quindicina di graffe e quattro punti legati.
Tornando in camera, passai per il corridoio, dove trovai tutti.
E con tutti intendo i quattro neo nonni (genitori e suoceri), il neo zio (mio fratello), il neo babbo e con loro il mio bambino nella culla. Uffa. L'hanno visto prima loro di me.
Ecco, questa è la storia di quando è nato Gabriele.
Tralascio la nottata con mia madre che mi assisteva, l'infermiera che ci ha aiutati a conoscerci e che me lo ha attaccato al seno, le cinque ore di anestesia e piano piano la riscoperta di dita, piedi, caviglie... fino al ritorno delle gambe per intero; tralascio le notte insonne, la sete, l'emozione, aver provato a dormire ma aver preferito guardare il mio bambino che era attaccato al mio seno, ed anche se non succhiava, era lì, era mio.
Bellissimo resoconto, grazie di averlo condiviso :)
RispondiEliminaLo terrò presente per quando capiterà,spero, a me tra qualche annetto:)
Anche mio figlio è nato di sera, alle 21:45 e l'adrenalina era tanta che non ho chiuso occhio:-)
RispondiEliminadai.. se ti può consolare a me hanno cucito per un'oretta circa dopo il naturale :)))
RispondiEliminap.s. pian piano i ricordi traumatici si affievoliscono.. ;)
racconto emozionante... Chissà come me la caverò io..
RispondiEliminaSpero di poter "dimenticare" tutto anch'io e come te stringerlo tra le braccia, sentire che si attacca al seno...
Congratulazioni, ce l'hai fatta :-)
Quante emozioni... mi hai fetto commuovere, non vedo l'ora che arrivi quel momento!
RispondiEliminaCavoli Francy, mi spiace che sia andata così...Io che avevo un po' di tensione per il cesareo (anche per me è stata la prima operazione, MAI stata in ospedale prima d'allora!) e poi quando è arrivato il momento ero tranquilla e rilassata...Non ho sentito davvero nulla! E fortunatamente a ricucirmi hanno fatto in un attimo...per di più hanno praticato una sutura estetica, niente punti metallici, che si è sciolta da sola, ed ora, a quasi tre mesi di distanza non si vede più nulla! Sono stata davvero fortunata... L'importante è che ora sia soltanto un ricordo...poco bello magari, anche se la gioia di vedere il tuo cucciolino penso ripaghi di tutto quanto, no?!? baci te e al piccolino!!
RispondiElimina:) Tutto è bene quel che finisce bene ;)
RispondiElimina@ Laura: beh, io ti auguro di fare un figlio con parto naturale!!!!
RispondiElimina@ Geng: allora è normale... :)
@ Sibia: come dice il proverbio?!??! Mal comune mezzo gaudio! ^_^
e si... già i giorni dopo il taglio, che non mi muovevo ed avevo la sensazione che mi fosse passato sulla pancia un trattore con l'aratro oramai sono sempre più sbiditi!
@ Alessia: dai dai... certo che dimenticherai tutto pure tu, e magari non avrai niente da dimenticare!!! Mica tutti stanno male o sentono dolore o hanno travagli di ore o.... alcune arrivano in ospedale con la testa del bimbo già pronta ad uscire :)))
Sii felice! A noi purtroppo e' andata diversamente: anestesia ha danneggiato in modo semipermanente un nervo a mia moglie, la cicatrice non se ne e' mai piu' andata e il nostro amato figlio (Gabrilele lo avevamo chiamato già da mesi prima del cesareo) e' morto dopo due giorni di ospedale, senza che nemmeno abbiamo mai potuto prenderlo in braccio.A distanza di 14 anni non abbiamo mai capito cosa e' successo, mai ricevuto alcun indennizzo nemmeno per il danno al nervo di mia moglie che per anni ha avuto seri problemi a una gamba, e nemmeno ricevuto il sostegno di uno psicologo che ci aiutasse a superare il momento. Siamo ancora fortemente segnati ora, a distanza di così tanti anni. Godetevi i vostri bambini!
RispondiEliminaciao, non so come ti chiami ma nonostante questo il tuo breve quanto intenso racconto mi ha fatto piangere.
EliminaE' una vergogna che questo paese ignori così dei traumi importanti ed indelebili causati per degli errori umani ai propri cittadini.
Non ho parole di conforto, credo che risulterebbero inutili e non ti dico che vi capisco perché penso che nessuno possa capire cosa avete e state soffrendo.
Un abbraccio di cuore.