12 dicembre 2014

NON SO PIU' COSA PENSARE...

Questa è una storia lunga dal primo giorno della scuola materna.
Si, perché il mio rospetto ha già tre anni e quest'anno ha cominciato ad andare a scuola.
I primi giorni, come era ovvio nonostante il nido, voleva e non voleva andare a scuola, ma non ci ho fatto troppo caso in quanto dice sia normale.
Poi una mamma ha spostato il bimbo (non in classe nostra) perché diceva che non gli piacevano le maestre e che suo figlio era cambiato da quando andava a scuola... ma non è stata presa tanto sul serio da nessuno in quanto la decisione l'ha presa dopo neanche due settimane di scuola.
Poi un'altra mamma ha litigato con la responsabile della scuola (nostra maestra) perché secondo lei i bambini venivano fatti dormire nella "cuccia del cane" (le brandine approvate dal ministero e fornite dal comune) e che aveva portato il bimbo al pronto soccorso perché uscito da scuola lamentava un dolore al polso e secondo lei era stato strattonato.
Poi un'altra una mattina mi ha chiamata dietro una siepe sostenendo che "sai, vengo sempre a spiare quando sono in giardino per vedere come li trattano, non si sa mai".
Sarà che sono suggestionabile, sarà che quando si parla del mio patato tutte le paure mi piovono addosso, sarà quel che sarà ma ho iniziato a scrutare, studiare, osservare, pensare, perdere il sonno e la tranquillità.
Poi ci si è messo lui con atteggiamenti che non aveva mai avuto, come mettersi a piangere subito per qualsiasi cosa, come «mettersi in punizione da solo» tipo sedersi a terra con il volto rivolto verso il pavimento in silenzio ed immobile, quando poi l'ho chiamato per sapere come mai è scoppiato in singhiozzi così forti che lo scuotevano.
Poi ho iniziato ad avere il mal di stomaco,
ed un'altra mamma mi ha chiesto se quando usciva da scuola aveva fame perché suo figlio da quando aveva iniziato a mangiare lì usciva reclamando cibo come se gliene dessero poco, che aveva iniziato ad essere disappetente ecc.
OMMADONNASANTISSIMA
Non vi dico il malessere che mi ha preso.

Ho parlato con un'amica che fa la psicologa, che ha lavorato sempre con i bambini ed ho chiesto se poteva vedere il mio bimbo per capire se erano solo seghe mentali oppure poteva esserci qualcosa che non andava davvero.
Lei prima di vedere il bimbo mi ha suggerito di parlare con le maestre, di chiedere loro un appuntamento per "parlare di Gabri", arrivare lì da sola e fare un po' la parte della sciocca, chiedendo come si atteggia in classe perché da quando ha iniziato ad andare a scuola ho notato dei cambiamenti nei suoi modi di fare.
Il loro comportamento ed il modo di rispondere avrebbero dato molti segnali, e da lì avremmo deciso se era il caso di approfondire con il bimbo cercando di capire se i suoi erano segnali oppure solo momenti passeggeri.

Appuntamento fatto, le maestre mi sono sembrate disponibili, mi hanno dato risposte con toni pacati e tenui, sono state affabili e gentili. Non si sono inalberate come avrebbero potuto, non hanno dato risposte evasive, anzi mi hanno dato consigli e chiesto anche loro di alcuni suoi atteggiamenti che non riuscivano a capire.

Insomma, mi sono tranquillizzata.

Poi ho iniziato ad analizzare anche un altro aspetto: due bambini che adesso sono in classe con mio figlio avevano già i fratelli maggiori in quella scuola, con quelle maestre, ed i genitori hanno chiesto esplicitamente di mettere i bimbi in quella classe... se si fossero trovati male non lo avrebbero fatto mai.
O no?

Quindi alti e bassi dal primo ottobre fino ad oggi.
Oggi pomeriggio giocavamo e non so come è venuta fuori la scuola, così gli ho chiesto come si chiamano le maestre, e poi se gli piacciono e la risposta è stata "si", non immaginate il sollievo; poi gli ho chiesto quale gli piaceva di più "tutte e due" mi ha risposto sorridendo.
Ottimo.
Più che ottimo.

Prima di cena stavamo giocando sul divano, gli facevo il solletico, lui lo faceva a me, insomma tutto un ridere e giocare, finché non mi ha dato uno schiaffo, un sonoro schiaffo in pieno viso.
Mi sono arrabbiata, lo ho rimproverato che non si fa, gli schiaffi non si danno né per gioco e tantomeno per picchiare.
"te li do io gli schiaffi?"
"no"
"e allora dove hai imparato a dare gli schiaffi? a chi li hai visti dare?"
"dalla maestra V."
PANICO
"è una bugia?"
"no"
"ma ti da gli schiaffi o ti fa così?" e gli ho dato un buffetto sui capelli
"no, da gli schiaffi"
"quando?"
"la mattina"
"dove li da?"
"qui" e mi ha indicato la fronte

ora io non so più cosa pensare, cosa fare, come comportarmi

gli ho chiesto più e più volte se mi diceva le bugie, pur minacciando che Babbo Natale non porta i regali ai bimbi che dicono le bugie, che chi dice le bugie è cattivo, e se dice bugie grosse grosse arrivano i carabinieri e lo portano in galera... niente, lui ha continuato a sostenere che non erano bugie.

cosa devo fare?


4 commenti:

  1. Per cominciare, smettendo di dire che arrivano i Carabinieri e che lo portano in galera. Pessimo esempio. Per il resto, parlare con le maestre e riportare loro questo episodio dello schiaffo. Dovrebbe bastare a metterle in allerta e a cambiare registro. Martina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Martina, quello dei Carabinieri è stata l'uscita dell'esasperazione, non è una minaccia usuale, anzi lui sa benissimo che di loro può fidarsi.
      Credo che seguirò il consiglio di parlare con le maestre, e grazie per il suggerimento, che quando si è presi dal panico non si pensa neanche alle cose più ovvie e semplici. :)

      Elimina
    2. Scusa il tono, ma provenendo da una famiglia di Carabinieri, mi inalbero quando sento frasi analoghe alla tua. Martina.

      Elimina
    3. Nessuna scusa da fare da parte tua Martina, nel mio blog accetto complimenti e critiche!
      Se hai figli puoi immaginare l'esasperazione provata a sentirmi dire una cosa del genere, dopo più volte che insistevo con "ma la maestra non da gli schiaffi, magari ti ha scompigliato i capelli" o "ma non l'ha fatto apposta" eccetera, sono passata al "ma è una bugia?" "guarda che le bugie non si dicono" piano piano è stato un crescendo fino alla minaccia, che "se dici tante bugie, grosse grosse grosse, arrivano i carabinieri e ti arrestano, lo sai che loro arrestano e portano i galera le persone cattive, e chi dice bugie è cattivo"...
      non era un voler mettere terrore dei carabinieri, ma delle bugie.
      Per il resto, come già ti ho detto, gli ho insegnato nome e cognome di tutta la famiglia, indirizzo e sto provando a fargli imparare il numero di telefono, e sa che se si perde deve andare da "qualcuno in divisa" che può essere la commessa della coop, il carabiniere, vigile, volontario cri eccetera

      Elimina