Ripulendo il pc qualche giorno fa ho ritrovato un post che scrissi anni fa in un vecchio blog, oramai chiuso.
Poichè le cose, fortunatamente, non sono cambiate, ed anzi questo bimbotto che sta crescendo lo ha reso felicissimo, voglio riportare anche qui lo scritto di allora.
"Voglio provare a presentare su questo spazio le persone che affollano la mia vita, le persone che in qlc modo accompagnano i miei momenti importanti e non, le mie gioie ed i miei dolori, i miei divertimenti ed i miei hobby, la quotidianità e le occasioni "speciali".
Per cominciare ho pensato di presentare colui che considero da sempre l'uomo più importante della mia vita, per il quale provo un amore incondizionato, per il quale provo sentimenti grandi che mai niente e nessuno potranno farmi cambiare: mio fratello.
Le mie amiche mi dicono sempre che quando parlo di lui mi brillano gli occhi, ho un tono quasi reverenziale. Non so se sia realmente così, ma so che quando penso a lui sono più felice e serena.
Mio fratello: mio compagno di giochi negli anni dell’infanzia, ci siamo ignorati nell'adolescenza, poi siamo diventati amici.
Tra noi ci sono solamente tre anni, che sono pochi adesso che siamo adulti, ma erano un'immensità quando eravamo piccoli. Ricordo quando giocavamo, o meglio quando io giocavo con lui perchè i giochi raramente erano i miei (da femmina) ma i suoi, quindi le macchinine, i soldatini, i robot o il Subbuteo. A quest'ultimo gioco ero ammessa solamente quando non c'erano i suoi amici, altrimenti c'era una sorta di divieto di accesso da parte sua al campo...finchè a forza di giocare con lui sono diventata un bravo portiere ed i suoi amici lo hanno scoperto, mi hanno accettata così per allenarsi a tirare i rigori e le punizioni. Erano solamente le briciole, ma quanto ero contenta di poter giocare con loro, quanto non lo era mio fratello...! Avevamo 8-10 anni.
Quando giocavamo da soli, in un modo o nell'altro qualsiasi gioco facessimo finiva in botte, spesso perchè io volevo fare come volevo e lui non me lo permetteva, così da me partiva il dispetto di turno e da lui partivano le botte. Spesso andavo a piangere da mia madre, che a volte non capiva come stavano bene le cose (eh, il pregio di essere la più piccola e femmina, quindi ruffiana!) e sgridava lui. Ma ricordo anche di quando la sera andavamo a dormire e non avevamo sonno, quindi ci mettevamo a giocare facendo finta che i nostri letti fossero delle navicelle spaziali, e così lui era il pilota del robot di turno della serata ed io ero il pilota del robot di supporto o della navicella madre, e saremmo andati avanti ore se i miei non ci avessero intimato di dormire poichè disturbati dalle nostre chiacchiere. E ricordo quando mi venne la varicella, che lui mi prendeva in giro perchè avevo tante bolle e sembravo una lebbrosa, poi la prese lui e gli sbeffeggi furono ricambiati...quanto lo faceva arrabbiare essere preso in giro da me che ero una piccinacchia.
Da sin in alto: mio babbo, mio frate, amica di fam. Al centro: mamma. In basso: figlia amici fam, io, amico di fam |
Quando siamo cresciuti, quando lui ha avuto 15-16 anni e più ha iniziato ad ignorarmi, in fondo ero la sorella minore, ero ancora una bambina. Ricordo quanto ero felice a scuola di poter dire che lui era mio fratello. Lui era appena uscito dalla scuola media, io entravo nella stessa sezione con gli stessi prof. I ragazzi della terza mi conoscevano perchè conoscevano lui, ed io mi sentivo importante perchè entrata in una scuola nuova già avevo amicizie tra quelli più grandi.
Ma lui non mi considerava sua amica, anzi. Quando iniziai ad avere anche io l'età per andare a passeggio con le amiche nel pomeriggio, lui iniziò ad ignorarmi ancora di più. Faceva finta di non vedermi quando ci trovavamo nel corso, faceva finta di non sentirmi quando lo chiamavo per salutarlo...ed io, di nuovo dispettosa, iniziai a mandarlo su tutte le furie chiamandolo Tato, cosa che mai avevo fatto fino ad allora. Ricordo che la prima volta che lo feci mi fulminò con lo sguardo, ed i suoi amici si misero a ridere.
Pian piano siamo cresciuti, lui continuava ad ignorarmi direttamente ma in seguito ho saputo che sapeva tutto di me: chi frequentavo, cosa facevo, dove andavo. Lo sapeva perchè quando eravamo negli stessi posti mi teneva d'occhio, lo sapeva perchè i suoi amici quando mi vedevano glielo andavano a dire, lo sapeva perchè in fondo è il mio fratellone!
Poi è arrivato il momento più bello della nostra vita in comune, siamo diventati grandi.
Il nostro legame di sangue è diventato un legame diverso, siamo diventati confidenti, siamo diventati più intimi, più vicini. Si è aperto il dialogo quando ho iniziato a lavorare con lui nel periodo estivo, durante le vacanze scolastiche. Trascorrendo insieme tutte le mattine ha iniziato a diventare naturale parlare di tutto, dalle cose serie alle cavolate. E poi abbiamo iniziato a condividere anche la vita privata, abbiamo iniziato ad uscire insieme, ovviamente non sempre, ma quando c'erano eventi che interessavano ad entrambi ci veniva naturale andare insieme. Ricordo forse come prima volta importante il concerto di David Bowie del '96 a Milano. Andammo insieme tutti e tre (io, lui e K.) ospiti dalla zia di K., l’allora fidanzata. Rimanemmo là per una settimana quasi, per conoscere Milano per me e mio frate. Fu una settimana in cui ci divertimmo tantissimo, andando in giro tutto il giorno per la città ed uscendo la sera con gli amici di quando K. ancora non si era trasferita in Toscana; poi ci fu la serata in cui io raggiunsi l'apice della felicità, quella del concerto, per la prima volta dopo dieci anni che lo ascoltavo potevo finalmente vedere il mio idolo musicale dal vivo. Avevamo i posti numerati, ed eravamo in seconda fila, vedere David Bowie da soli 10 metri fu fantastico. Il concerto fu fantastico. Ricorderò sempre quanto ero felice quando uscimmo dall'allora PalaTrussardi. Quello è stato il primo di una lunga serie di concerti insieme a mio fratello. Poi siamo cresciuti ancora ed abbiamo inziato ad uscire insieme, ad andare al cinema insieme, ad andare al mare insieme, alle mostre e nei musei insieme. Non abbiamo la stessa compagnia anche se conosco i suoi amici da anni e li considero oramai come i miei e viceversa.
C'è da dire altro di lui, di noi? Posso dire che tutti o quasi dicono che ci somigliamo tantissimo (somiglianza che a dire il vero io, nè i miei vediamo) esteticamente, negli atteggiamenti, nelle espressioni, nei modi di fare, dire e pensare, spesso diciamo le stesse cose, oppure uno inizia una frase e l’altro la finisce; amiamo la stessa musica più o meno, le stesse forme di arte; all'incirca apprezziamo le stesse cose, gli stessi valori e le stesse persone...ed in più abbiamo anche lo stesso segno zodiacale!
...mmmhmmhhh...rileggendo ciò che ho scritto credo che le mie amiche abbiano ragione, io adoro mio fratello, come si dice qua: non lo vedo tutto. Ma che ci posso fare?
Lui è l'uomo che so che ci sarà sempre, che non mi abbandonerà nel momento del bisogno, che mi troverà quando avrà bisogno lui; lui non si dimenticherà di me quando farà nuove conoscenze e non si allontanerà da me nonostante la vita riservi sempre delle sorprese. E su tutto ciò può fare affidamento anche lui, perchè io per lui ci sarò sempre.
Adesso con K. si sono lasciati, ed io dopo tanti anni di amicizia con lei e di buon rapporto tra cognate inizio a pensare a chi sarà la prossima che starà al suo fianco. Mi domando se riuscirò ad avere un rapporto di amicizia e spero che lui non trovi una di quelle donne che sono in realtà delle arpie gelose che allontanano il proprio uomo dalla famiglia (o meglio dalla sorella!)...ma questi pensieri sono prematuri."
Un po' di cose sono cambiate, lui non è più solo e lei non è una di quelle che temevo, anzi, è una persona che mi piace, con la quale ho subito legato e sono felice che sia così. Lo sono perchè mi sembra un'ottima persona per lui e perchè sento che non impedirà mai che il nostro rapporto rimanga bello, piacevole, divertente e complice come è statto fino ad ora!
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